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The Outdoor Voices: Esplorando Spazi e Identità con Gianfelice Facchetti

The Outdoor Voices: Esplorando Spazi e Identità con Gianfelice Facchetti
L’ospite della quarta puntata di The Outdoor Voices è Gianfelice Facchetti, attore e regista teatrale, giornalista sportivo, collaboratore del Corriere della Sera e di altre testate nazionali. In questo episodio dà vita a un affascinante confronto con Giorgio Tartaro su diversi temi della natura umana e il suo rapporto con lo spazio esterno, ad esempio, in relazione con la cultura e il regno animale.

“L’outdoor, per me, è tutto ciò che è fuori, esterno, altro – inizia Facchetti – che si parli di persone, di luoghi, o di identità. È sufficiente anche solo fare mezzo passo fuori dalla soglia di casa per ritrovarsi immersi in quel contesto”. Un ambiente diverso dal nostro, fatto non solo di oggetti, elementi naturali, ma anche di persone con il quale viverlo, anche se non sempre le dinamiche sono quelle ideali: “c'è una mancanza di attitudine a prendere confidenza con i luoghi che abitiamo e con quelli in cui portiamo la nostra presenza. Durante il periodo della pandemia- ricorda l’attore - ci siamo trovati tutti in mezzo a delle abitudini e consuetudini, a volte anche un po' sciatte: ne è uscita un’umanità un po' distratta, che a volte si è trasformata in “maleducazione” nei gesti, nelle ritualità, nel modo di approcciarsi con l’esterno e verso il prossimo”.

L'outdoor può rivelarsi anche uno spazio in cui si manifesta la tribalità umana: uno degli esempi più emblematici è lo stadio, dove alcune regole possono essere sospese e le rivalità possono emergere, ma all'interno di un contesto in cui il divertimento e la sicurezza sono comunque garantiti. In questa prospettiva, lo stadio diventa un'arena in cui vengono ritualizzate le dinamiche umane primordiali, senza però ledere l'armonia del contesto esterno.
La riflessione sull’esterno si è poi spostata sul concetto di teatro come Outdoor, non solo riferendosi alle rappresentazioni all'aperto, ma anche all'effetto di trasporto e spostamento che il teatro può avere sull'individuo. Secondo Gianfelice Facchetti, il teatro dovrebbe riuscire a prenderci per mano e spostarci, aiutandoci a immaginare mondi migliori e possibili. In un'epoca schiacciante di realtà, il teatro può fungere da rifugio per la dimensione del sogno e dell'immaginazione.

Dalla convivenza umana Tartaro ha poi spostato l’attenzione sulla coabitazione dell'uomo con altre specie.

“Tu sei molto attento anche alla vita animale, non solo a quella umana. L’uomo fa parte del regno animale, no? Tra i tanti articoli scritti, ne ricordo diversi molto belli su alcuni tipi di uccelli che abitano Milano, con i quali condividiamo lo spazio outdoor, a volte anche inconsapevolmente; questo a ricordarci che questo spazio non è solo nostro, non è solo dell'uomo, ma è di tutti.”

“È un outdoor che dobbiamo coabitare e sicuramente oggi il nostro obiettivo è di andare ad occupare gli spazi migliori – spiega Facchetti -. Ne abbiamo entrambi il diritto, la differenza è che un animale non può scegliere, non ha la consapevolezza e la conoscenza per poter scegliere di andare altrove, per lui un luogo è l'identità, coincide totalmente con la sua natura.”

Mentre gli animali non possono scegliere il loro luogo di appartenenza, l'umanità ha la capacità culturale di coabitare con altre specie e garantire così il futuro. Questa consapevolezza è fondamentale per preservare l'identità e rispettare l'ambiente in cui viviamo.
“La nostra natura è culturale: investigando al suo interno l'umanità può capire come coabitare con le altre specie e questo è il miglior modo per garantire il nostro futuro”.

Quella con Gianfelice Facchetti è stata una puntata affascinante, che ci ha invitato a esplorare gli spazi esterni, le identità e le connessioni con il mondo animale. Dall'arena allo stadio, dal teatro all'aperto all'immaginazione, ci siamo avventurati in nuove prospettive, scoprendo come l'Outdoor sia un luogo condiviso che richiede rispetto e consapevolezza. E proprio attraverso questa consapevolezza, possiamo sperare in un futuro in cui l'uomo e la natura coabitino in armonia.

 

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